“Non c'è niente che fa male così” è il primo romanzo che leggo della scrittrice Amabile Giusti che, invece, conosco molto bene nelle vesti di Virginia Dellamore con i suoi regency.
Questa storia mi ha colpito subito per la sua trama, in quanto gli amori travagliati, quelli proibiti, quasi fuori misura per la società nella quale viviamo, mi hanno sempre molto affascinato.
Credo
che, ogni storia, debba avere un filo conduttore, incamerare una serie di eventi ben amalgamati ai sentimenti dei protagonisti e svilupparsi in modo
coerente per poi trasmettere un messaggio in fondo.
Questa travagliata storia d'amore, che tanto d'amore in principio non sembra, tra Caterina, una ragazzina che va ancora a scuola, e Marco un uomo sposato a una donna molto ricca e padre di una figlia, mi ha preso per mano per condurmi lungo il sentiero irto di ostacoli che contiene.
È una storia che può rispecchiare la realtà, che può raccontare di vicende quotidiane, di amori travagliati, di amori tormentati, di amori impossibili, di amori segreti ma, allo stesso tempo, contiene degli elementi di riguardo piuttosto considerevoli quando si racconta del passato dei due protagonisti.
C'era una sorella di Caterina, di nome Loretta, la quale ha molto più a che vedere con Marco di quanto ne abbia la prima. E c'è la vita infelice di Marco con una donna bellissima, ricca, ma cinica per la quale non prova alcun sentimento, che ha sposato per convenienza e con la quale ha deciso di trascorrere la vita.
Nulla è definitivo, però. Nulla c'è di deciso o di scritto fino alla parola fine. Tutto può succedere in questo gioco dei ruoli che diventa quasi una danza della parola amore, nel modo e nel verso in cui la si voglia intendere.
Caterina non sembra decisa riguardo alle sue azioni e ugualmente Marco. Nessuno dei due è veramente deciso, nessuno dei due è conscio di ciò che vuole dalla vita, fino a quando, almeno, le cose non succedono e ne divengono quasi vittime. Vittime costrette a rialzarsi dopo essere cadute. Vittime consapevoli che poi scelgono di reagire e di tornare a vivere sul serio.
LA SCRITTURA DI AMABILE GIUSTI.
La scrittura di Amabile Giusti è perfetta. Non ha sbavature, non è prolissa, non ha alcuna strana dimensione di orgoglio o di grande capacità interpretativa. È una scrittura consapevole, matura, professionale, profonda, ricercata, molto intensa e assolutamente coinvolgente.
LA MIA VALUTAZIONE.
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