“Il quinto ospite” è un thriller che ci porta all'interno di una cerchia di studenti di Oxford provenienti da famiglie abbienti che, per l'onorabilità, il prestigio, il denaro, il rispetto e soprattutto la carriera universitaria e agonistica, nello sport del canottaglio in questo caso, ci fa capire quanto determinati ambienti siano più tossici di quel che possiamo immaginare.
Le persone possono pensare che i ricchi non abbiano problemi, che siano persone integgerime, oneste, cordiali, professionali, serie, per poi scoprire, avvicinandoci al loro mondo che la realtà è sempre tutt'altra.
Questo thriller ne è un classico esempio.
Un miscuglio di amicizia, sesso, intrighi, segreti, ambizioni e voglia di prevalere sugli altri che la metà ne basta. Tutti giovani, tutti belli, tutti sexy, ma tutti con un segreto da nascondere, tutti hanno commesso un reato, o quasi, tutti hanno rovinato le loro vite e sono andati avanti con le stesse meglio che potevano, almeno fino alla disfatta.
Caro, Lily, Travis, Henry, George, Elle, amici e coinquilini, persone che sembravano legate non solo dall'amicizia e dall'agonismo, dalla voglia di emergere, di ambire a un lavoro privilegiato per assecondare i desideri delle loro famiglie di origine, ma anche dalla voglia di prevalere sul mondo, di arrivare in cima al mondo, di essere giudicati i migliori, quelli che avrebbero inorgoglito i genitori e avrebbero ottenuto tutto dalla vita, diventano nemici tra loro, e nemici di se stessi.
Avere tutto, provenire da una famiglia potente, privilegiata, ricca, esigente, altolocata, non significa essere felice o coltivare aspirazioni sane. Significa, nella maggior parte dei casi, subire una pressione psicologica ed emotiva, personale, molto elevata, perché dietro a ogni tipo di affetto o di attenzione familiare c'è la volontà di scommettere sul futuro del rampollo di casa, di fargli fare il percorso migliore, di stringergli un cappio al collo e di fargli capire che i doveri arrivano prima dei piaceri.
C'è chi sopporta tutto questo, e lo accetta, e lo trova legittimo, manipolato dal pensiero di una famiglia che non reputa altre vie percorribili, come per esempio George, o anche Henry, rivali da sempre, e c'è chi, invece, si ribella, pensando di poter fare della propria esistenza ciò che vuole, come nel caso di Travis, o della dolce Lily.
Sembra tutto troppo tranquillo quando Caro invita a casa sua per una cena i suoi amici di corso a Oxford, ma non sa ciò che avverrà, non sa cosa si nasconde dietro le intenzioni di ciascuno di essi. Non sa che i rancori, i ricordi, i segreti, la rivalità nate anticamente tra alcuni di loro si sono sedimentati per poi spuntare fuori e scoppiare come una bomba.
Caro pensa di farla franca. Così George. Così Elle. Così Travis. Così Henry, forse vittima, forse carnefice. E infine la piccola, giovane, ingenua Lily. Eppure niente è come sembra in questa storia che ci fa saltare tra passato e presente e ci racconta nel dettaglio ciò che è accaduto tra loro, negli anni dell'università, quando erano tanto giovani, e tutto sembrava loro possibile, accessibile, realizzabile. Il futuro a portata di mano, a patto che le famiglie fossero orgogliose di loro, a patto che rispettassero determinate regole, che rientrassero in determinati canoni. Che la loro vita non subisse troppi scossoni e non dessero scandalo. Non uscissero dai binari costruiti appositamente per le loro esistenze.
Peccato che le cose non vadano sempre come le si immagina o come le si vuole.
E questa storia ce lo insegna.
LA MIA VALUTAZIONE
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