Concorsi letterari: ecco cosa consiglio!

Concorsi letterari.

Ci sono autori o aspiranti tali che partecipano a ogni genere di concorsi: poesia, saggistica, narrativa edita e inedita, aforismi, articoli e giornalismo. Insomma, ce ne sono di ogni tipologia.

All'inizio di un percorso letterario è comprensibile che un aspirante scrittore voglia confrontarsi con il giudizio altrui e magari mettersi in gioco facendo leggere ciò che ha scritto a esperti, persone che si muovono nell'ambiente editoriale per ottenere un parere o anche un voto, così da capire quali opportunità ci sono intorno a loro.

È un'esperienza che, a suo tempo, ho fatto anche io. Ero molto giovane e inesperta, scrivevo poesie e mi piaceva l'idea di farle leggere a qualcuno che non facesse parte della sfera familiare o delle conoscenze più prossime.

Ho avuto anche piccole e brevi soddisfazioni che mi hanno portato a essere inserita in antologie, ad arrivare finalista e a ottenere degli attestati di riconoscimento. In verità, non ho mai vinto un concorso letterario, né sono mai arrivata su un podio, ma la soddisfazione di aver scalato spesso delle selezioni era impareggiabile quando era ciò che speravo.

Con il passare del tempo, però, mi sono resa conto che ogni concorso era fine a se stesso se non comportava la possibilità di andare oltre, ovvero di essere pubblicati ottenendo un'opportunità concreta in più.

Certo, ci sono anche concorsi che offrono premi in denaro o soggiorni o ancora semplici pubblicazioni in antologie, e se ciò rende felici chi partecipa ben venga, ma se si cerca un obiettivo superiore, magari prestigioso, una sorta di step, di passo ulteriore, per elevare la propria carriera, il proprio percorso, allora bisogna guardarsi un po' attorno. Quindi puntare verso altri lidi.

Dopo aver partecipato a numerosi concorsi letterari nazionali e internazionali, sempre e solo con sillogi, ho deciso di dedicarmi alla prosa, ai racconti, ai romanzi, a storie vere e proprie che, invece, ho proposto a case editrici per avere una maggiore opportunità.

Ci ho messo tanto a trovare un'occasione, dopotutto stiamo parlando di oltre vent'anni fa, quindi altri tempi, ma alla fine sono riuscita a procurarmi un trampolino di lancio.                                                         

Al tempo d'oggi se dovessi consigliare agli autori come muovere i loro primi passi direi certamente che i concorsi letterari sono una buona occasione di confronto, ma che devono essere presi per ciò che sono, ovvero piccole tappe per ottenere delle risposte alle proprie domande: vale ciò che scrivo?, per esempio, e magari un parere professionale che permetta di crescere, di migliorarsi, di sviluppare le proprie capacità linguistiche per il tipo di letteratura a cui si aspira.

Ciò che, sinceramente, non consiglierei è di partecipare con romanzi inediti i quali, essendo opere che dovrebbero aver comportato molto dispendio emotivo e tempo a scrivere, quindi fatica, quindi dubbi, quindi studio, quindi timori, quindi speranza, che si cerca di non spegnere, meritano tutt'altro trattamento.

Se si pensa che, partecipando ai concorsi letterari, un'opera inedita passa di mano in mano, e non sempre con riguardo, ecco che l'autore che tiene molto alla sua creatura di carta potrebbe averne a male se poi non ottenesse alcun risultato o venisse addirittura scartato. L'unico risultato sarebbe di aver fatto leggere, quindi resa conosciuta, quindi non più del tutto riservata al solo autore o a un editor di sua fiducia per la prospettiva di un'eventuale pubblicazione, la sua opera inedita.

Se si dà il giusto valore a ciò che si scrive, soprattutto a opere lunghe, che comportano un dispendio di energie e ore al computer, ecco che si comprenderà l'importanza delle proprie decisioni e scelte sul cosa farne.

Dare un valore al lavoro svolto, ai mesi e mesi che servono per scrivere una buona storia, consente anche di trovare un buona soluzione per gli stessi.

Ciò che consiglierei, invece, è di partecipare ai concorsi per opere edite, ovvero già pubblicate, così da non incappare nella preoccupazione di aver fatto girare una storia nuova in mani sconosciute, perché è più giusto che a circolare sia un romanzo già pubblicato che, in tal modo, può ottenere soltanto ulteriore pubblicità.

Quindi, sì a partecipare con opere edite, poesie, aforismi, articoli e racconti brevi così da farsi conoscere e da non offrire opere di spessore più grosso.

Cosa ne pensate?



Tiziana Iaccarino

Author & Blogger

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