“Una zitella geniale”

Una zitella geniale” è il romanzo regency più recente della scrittrice Virginia Dellamore.

Una scrittrice molto conosciuta, molto amata e molto quotata perché straordinariamente brava.

Io amo i suoi regency, che mi hanno appassionato, e me ne abbevero appena ne ho l'opportunità, perché leggerli è come coccolarsi, come concedersi una buona bevanda, un momento per sé, un attimo di relax, un angolo da cui spiccare il volo per un bellissimo viaggio immaginario. 

CARATTERISTICHE DEI REGENCY.

In ogni sua storia troviamo giovani donne ribelli, spesso in età da matrimonio che incontrano nobiluomini altrettanto ribelli, e per certi aspetti persino libertini, alle regole imposte dalla società del tempo e alle aspettative di famiglie alquanto agiate, se non ricchissime e potenti.

UN INCONTRO CHE DIVENTA SOGNO.

In questo romanzo, scritto divinamente, tra l'altro, e non è un dettaglio, anzi è da onorare, evidenziare, lodare, celebrare nelle recensioni che vi si dedicano, conosciamo Betsabea Allen, una campagnola un po' particolare in quanto abituata a vivere come preferisce, senza seguire alcuna regola sociale in mezzo alla campagna, in un paesino sconosciuto. Lei, infatti, ha il potere di comprendere molto bene l'animo delle persone, di interpretare il linguaggio del corpo, di leggerne i sentimenti attraverso gli occhi che, come sappiamo, sono lo specchio dell'anima e per questo motivo sa farsi apprezzare da chi la conosce.

Betsabea, detta anche Betsy, però, non ha nessuna intenzione di cercare marito, per quanto abbia la veneranda età di venticinque anni, veneranda per quel tempo, specifichiamolo. Lei sa di avere poche speranze, di aver atteso troppo, soprattutto perché non è mai stata interessata al matrimonio, e neanche all'amore. La ragazza sta bene così, senza nessuna aspirazione né preoccupazione, se non quella di rimanere libera come l'aria. Peccato, però, che la sua famiglia non sia dello stesso parere, anche perché maritare una ragazza che viene considerata già zitella e per il cui destino ci si preoccupa non poco è un problema da risolvere in ogni modo per le idee del tempo. Tra l'altro, la ragazza non è neanche troppo bella, e questo rende persino difficile l'impresa, così viene invitata a frequentare Londra, durante la Stagione, nella speranza che conosca un uomo che la chieda in moglie. Un uomo senza grandi pretese, purché sia rispettabile e con un buon reddito annuo. Insomma, questa viene considerata quasi la sua unica e ultima chance per sistemarsi.

E sarà proprio durante la Stagione che la ragazza conoscerà Lord Everett Stafford, marchese di Rude, un uomo bellissimo e ricchissimo, molto ambito da tutte le giovani e dalle loro madri, che aspirano a sistemarle, per quanto libertino e ingestibile, dato il suo burrascoso passato da dongiovanni.

Nonostante i due sembrino studiarsi a lungo, quasi con riverenza, per capire cosa di diverso abbia l'altro ad attirarlo, Betsabea ed Everett sembrano molto interessati a dialogare, a conoscersi, a incontrarsi, e si trovano, loro malgrado, persino invischiati in un affare politico alquanto pericoloso.

Betsy avrà modo di dimostrare le sue capacità personali e il marchese di cominciare a dubitare di tutte le sue convinzioni circa le donne, perché non ne ha mai conosciuta una come quella stramba ragazza di campagna. Lui abituato alle donne facoltose, bellissime, eleganti, magari di facili costumi e persino meno giovani, vedove e indipendenti, che frequenta con facilità e alle quali non si sottrae per incontri tutt'altro che pudici.

Tutto cambia, però, insieme a Betsy. Lui diventa un altro, e quando se ne accorge sarà troppo tardi per tornare indietro.

UN ROMANZO CHE SI LEGGE CON PASSIONE.

Questo romanzo si legge in modo appassionato, entrando in un mondo che non ci appartiene e che non conosciamo, ma che ci fa viaggiare nel tempo, ci fa innamorare, ci fa sognare pur rimanendo seduti.

La capacità della scrittrice di coinvolgere il lettore nelle vicende dei suoi personaggi è un dono raro e molto importante per chi ricopre il suo ruolo, soprattutto se praticato con esperienza, professionalità, creatività e fantasia. 

E anche in questo caso, non si riesce a lasciare le pagine del libro, perché le si vuole divorare fino alla fine per sapere come andrà a finire, entrando negli abiti dei personaggi e vivendo con essi un amore in apparenza impossibile, ma che crea molta aspettativa.

UN'INTERESSANTE SCELTA DEI PERSONAGGI.

Virginia Dellamore, se ci avete fatto caso, sceglie spesso di raccontare prontagoniste non perfette, quindi anche poco attraenti, sia esteriormente che caratterialmente, con atteggiamenti poco consoni al mondo femminile.

La scelta di volere delle protagoniste a volte poco attraenti, persino con dei difetti fisici evidenti o, come era accaduto in un altro romanzo (“Non posso esistere senza di te”), persino con gravi menomazioni, mi è sempre piaciuta perché, pur con l'intenzione di far sognare le lettrici con i suoi regency, per rimanere sui binari del genere letterario, ci ha sempre tenuto molto bene incollate alla realtà, con i piedi saldi per terra, costringendoci a pensare, a credere, a ricordare che nessuno è perfetto, e che questa perfezione non si possa e non si debba essere neanche costretti a cercarla nella persona che ci piace, nel partner, nell'altra metà della mela. Un tempo come al giorno d'oggi.

Questa coraggiosa e ammirevole scelta è stata di sicuro ben ponderata dalla scrittrice che, in questo modo, ha trovato la soluzione anche per sensibilizzare chi legge e far comprendere che l'amore non cerca la perfezione, ed esso stesso non è un sentimento perfetto. Che le persone possono amarsi e volersi anche e soprattutto con, e malgrado, la loro totale imperfezione da esseri umani.

 

LA MIA VALUTAZIONE.





Commenti