Negli ultimi tempi ho notato che vanno di moda gli spin off, ovvero quei racconti più o meno brevi che riprendono un romanzo, una storia, da un punto di vista diverso, non quello dei protagonisti, se il racconto è in prima persona ma neanche in terza, piuttosto è un modo per raccontare ciò che il lettore può sapere al di fuori della trama principale.
Potremmo definire lo spin off come una specie di dietro le quinte di una storia, dove si aggiungono aneddoti, scene, situazioni, magari nuove vicende inerenti a quelle già accadute nel romanzo principale.
Ho notato che, a volte, sono apprezzati come addendum alla storia principale e altre non fanno che condire un'insalata già pronta, ovvero un piatto già apprezzato, mangiato, gustato e ben recensito, ma non aggiungono molto altro alla stessa trama.
Certo, si può voler sapere che fine hanno fatto i personaggi di una determinata storia, ma per questa finalità esistono i sequel, molto diversi in quanto vanno avanti nelle vicende, a differenza degli spin off che possono anche tornare indietro e raccontare nel dettaglio situazioni già lette, già conosciute dal lettore, ma in una chiave diversa, con una prospettiva diversa.
Quanto può convenire scrivere uno spin off?
Tutto dipende dal gradimento del lettore, il quale se ha apprezzato molto il romanzo principale ed è affamato di ulteriori curiosità riguardanti i protagonisti che ha tanto amato, può acquistare ben volentieri anche questo nuovo volume, di solito breve, anche se possono esserci spin off più corposi, in base alla creatività di chi scrive.
Insomma, come per ogni cosa che va in commercio, lo decide il mercato. Tutto si basa sulla richiesta, infatti se la domanda è notevole ecco che l'offerta non farà che assecondarla, e quindi riservare al pubblico ciò che vuole. Ciò per cui è disposto a pagare, in pratica. Perché, che lo si voglia o meno, l'obiettivo finale è proprio il marketing, ovvero ciò che il prodotto libro può offrire in termini economici. E questa cosa non fa alcuna differenza tra autori indipendenti e case editrici, quando pubblicare viene considerato un lavoro a tutti gli effetti, quindi remunerato come qualunque altra attività.
Chi scrive solo per la gloria? Gli affamati della stessa, forse, o forse soltanto gli ultimi sognatori rimasti, quelli che incontrerete qualche volta e che riconoscerete perché credono ancora nelle favole e vogliono rimanerci dentro anche dopo aver concluso il loro libro.
Tiziana Iaccarino
Author & Blogger
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