L'amica.

L'amica” è il più recente thriller della scrittrice britannica B.A. Paris che ho apprezzato dalla prima opera senza riuscire più a staccarmene. Ho letto tutto di suo e devo dire che ho amato ogni storia.

In questo caso, le vicende che ruotano attorno alla vita di Gabriel e Iris mi sono sembrate da subito molto caute, per usare un aggettivo che si avvicini a ciò che intendo dire, ovvero molto lente nel dosaggio della suspence, soprattutto con l'ingresso in scena della loro petulante amica Laure.

In fin dei conti, questa coppia, che sembra, anzi quasi lo è, alquanto ordinaria, ha molto da nascondere, molto da scoprire di se stessa, di chi la circonda e di chi la frequenta. Ciò che di peggio ci può essere, forse, nonostante tutto, è il non conoscersi così bene come si crede, anche dopo aver trascorso parte della propria vita insieme a qualcuno.

Gabriel e Iris hanno personalità molto diverse, contrastanti per la precisione. Sono due caratteri che viaggiano a volte in simultanea, altre in mondi paralleli, ciascuno con i suoi drammi personali, con i suoi fantasmi, i suoi scheletri nell'armadio, uno spazio costruito tutt'intorno per avere il controllo della situazione in modo da non abbassare mai la guardia verso l'esterno, ovvero chi potrebbe invadere uno spazio non condiviso.

Laure, che sembra il personaggio più fastidioso, a un certo punto, si rivela tutt'altro, anche se ha la colpa di essersi intromessa in questioni che non la riguardano, perché invade l'altrui privacy senza preoccuparsi delle conseguenze per la sua vita e per quella degli altri.

Lei usa l'escamotage di cui, forse, si sarebbe fatta scudo qualunque donna tradita dal proprio uomo, dopo aver scoperto che il suo, Pierre, la tradiva e aveva persino avuto una figlia da un'altra donna.

Ecco che si ripara dal dolore, cercando rifugio nella casa, e nella vita, della sua coppia di amici, per trovare conforto, in qualche modo, e anche per ricominciare da capo, per quanto possibile in una circostanza del genere.

Tuttavia, troppi segreti aleggiano nell'aria ruotando attorno ai personaggi che si muovono in questo universo, così come anche nella coppia composta da Esme e Hugh, e poi nell'ingresso in scena del misterioso Joseph, che diventa una figura scomoda, ma necessaria allo sviluppo di una trama che entra nel vivo quando tutto accade, e non si torna più indietro.

UNA STORIA CHE PROCEDE CON LENTEZZA.

A differenza delle opere precedenti, in questo thriller la Paris ci è andata molto piano, come ho già detto, è stata cauta, ha studiato una trama ben costruita, che però dava poco spazio all'immaginazione, ma soprattutto alla sorpresa, come se alcuni eventi si riuscissero ad anticipare, mano a mano, che si andava avanti con i capitoli. Alcune situazioni che avrei trovato più avanti, sono riuscita a immaginarle anche prima di arrivarci, per quanto poi ci sia stata la capacità da parte della scrittrice di sorprendermi proprio sul finale.

LA SCELTA DI SPIEGARE GLI EVENTI.

La Paris spesso spiega, più che raccontare una vicenda. La spiega in modo dettagliato, come fa con alcune scene, come fa con i sentimenti dei personaggi, privando il lettore di quel phatos che potrebbe svilupparsi pagina dopo pagina senza dire troppo. E in modo tanto palese.

A parte ciò, resta una scrittrice di pregio che tutto il mondo, ormai, ha modo di apprezzare.


 

LA MIA VALUTAZIONE.


 

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