Vi è mai capitato di imbattervi in protagonisti di romanzi tanto dissimili tra loro da pensare che non ci fosse mai una sorta di equilibrio tra le parti, ma una dissonanza continua?
Se ci avete mai fatto caso, nei romanzi rosa dell'ultimo decennio, il protagonista maschile appartiene soltanto a due tipologie d'uomo: bello e dannato, buono e ordinario.
Il bello e dannato potrebbe essere, per l'autore/autrice di turno, un delinquente, uno dalla fedina penale poco pulita, uno dal passato losco, uno dai modi bruschi, uno magari violento o che ha delle maniere piuttosto spicce, tatuato, avanzo di galera, rifiuto della società, un perditempo o un fuorilegge.
Ci sono lettrici e donne che, evidentemente, apprezzano questo tipo di protagonista in alcuni generi specifici, anzi direi sottogeneri dei romanzi, ribattezzati a turno come meglio fa comodo alle scrittrici per giustificare il loro operato o, meglio, per mostrare le loro capacità di creare personaggi discutibili, sopra le righe, ovvero quel tipo d'uomo che, una volta, si diceva non deve chiedere mai. Ad alcune piace così, ad altre meno.
Magari ad altre piace l'esatto opposto, il protagonista buono e ordinario, ovvero il tipo d'uomo che dovrebbe avere sempre una parola di conforto per la protagonista, una spalla su cui piangere, rappresentare un porto sicuro, una guida per la vita e un amore romantico che duri appunto per tutta l'esistenza.
Un amore romantico, tra l'altro, presuppone una sorta di rapporto di coppia che non esca mai troppo dai canoni imposti dal genere stesso perché, che lo si voglia o meno, ci sono dei limiti oltre i quali le caratteristiche dei personaggi non potrebbero andare. Ci sono dei limiti da non superare, ci sono delle prerogative che un buon romanzo rosa deve conservare, custodire, quali valori assoluti del genere stesso, affinché non si sfiori in tutt'altro tipo di libro.
Ciò che a volte non si vuole accettare è la semplicità. La migliore scelta che possa compiere uno scrittore non è tanto il tentativo di stupire o scandalizzare a ogni costo il lettore, quanto il riuscire a rientrare in determinati canoni imposti da un genere riuscendo comunque a creare vicende e situazioni in grado di far evadere, di far sognare, di presupporre aspettativa in una trama ben costruita, creata per e con amore.
Ecco, l'amore dovrebbe rimanere il punto centrale di tutto in un libro che si vuole definire romanzo rosa, altrimenti si sfocia in tutt'altro genere, e in tutt'altro tipo di volontà, quello di dare al lettore un pessimo esempio di sentimenti, e di offrire storie che, pur di risultare originali, anche se non lo sono, hanno bisogno di personaggi off limits, senza nessun criterio e nessun rispetto verso il fine ultimo del romanzo stesso.
L'amore dovrebbe rimanere tale nei romanzi e non uscire dai suoi canoni per essere dichiarato sempre alla stessa maniera. Se lo si crea in una storia che ha una sua ragion d'essere, quindi, non si va a cercare a tutti i costi di stupire con la creazione di personaggi fuori genere.
Tiziana Iaccarino
Author & Blogger
Commenti
Posta un commento