È meglio cambiare nome quando si scrivono libri diversi?

Ogni scrittore è predisposto per un genere letterario, ovvero ha un talento naturale nello scrivere storie che hanno determinate prerogative: c'è chi ha capacità per lo stile romantico, chi per i gialli, chi per l'horror, chi per il fantasy, chi per la commedia.

Di solito, chi scrive ama anche spaziare, se l'ispirazione e la creatività glielo concedono, anche se non sempre questo modus operandi viene considerato conveniente.


Perché?

Dipende dalle capacità personali dello scrittore, il quale se ha una personalità volitiva, capace di mutare con il suo umorismo, con la sua intraprendenza e con la sua immaginazione, sarà capace anche di inventare storie molto diverse tra loro, anche se questo non significa che il risultato sarà lo stesso per ogni storia.

Magari se ha capacità per il giallo e poi decide di scrivere una commedia, può darsi che quest'ultima non otterrà gli stessi risultati del primo, per una serie di motivi: creatività e scrittura, in primis.

Si dice che il mercato, quando uno scrittore riscuote particolare successo con un determinato genere, riconosca e richieda al suddetto di prestarsi sempre allo stesso tipo di libri.

Perché?

È semplice.

Perché il pubblico vi si affeziona e magari attribuisce, dopo il primo successo, al nome dello scrittore anche il genere scritto, pertanto si aspetta che la successiva pubblicazione sia consona a quanto promesso la prima volta.

Ogni pubblicazione, infatti, è una promessa e una dimostrazione, come se lo scrittore o la scrittrice si proponessero dicendo: provo a farmi conoscere con questa storia e cerco di dimostrarvi che sono capace, oltre a promettervi di farvi appassionare al mio libro.

Non è semplice, ovvio.

C'è chi riesce a seguire una stessa direzione, nel corso della sua carriera, quindi a scrivere sempre lo stesso genere riscuotendo il medesimo successo ogni volta, e abituando quindi i lettori ad aspettarsi ciò che gli è stato promesso dall'inizio e c'è chi, invece, ha bisogno di cambiare, magari incoraggiato da situazioni diverse: un successo tiepido, una insuccesso totale, la voglia di provare a scrivere nuove storie, la speranza di far meglio con generi diversi.

GENERI DIVERSI E NOMI DIVERSI?

C'è chi consiglia allo scrittore, in questo caso, di cambiare nome nella pubblicazione di ogni genere, così che il pubblico possa attribuire il nuovo genere a un nome diverso, che non ha a che fare con gli altri esperimenti, che siano andati a buon fine o meno, in modo da rendere riconoscibile subito, per una questione di marketing, il tipo di libro attribuito al nome stesso.

È facile che questa metodologia sia effettivamente valida in quanto non si crea confusione nella proposta commerciale dei libri: uno scrittore che si propone con libri appartenenti a generi diversi forse può risultare un po' trovo evasivo.

Ho sperimentato anche io questo modo di operare, e devo riconoscere che non sempre mi è stata data l'opportunità di dimostrare che, cambiando genere, potessi valere allo stesso modo.

Ecco che l'idea di cambiare nome per scrivere e pubblicare generi diversi diventa una buona idea se si pensa che le persone sono anche abitudinarie e preferiscono catalogare, quando scelgono e acquistano un determinato libro.

Che cosa ne pensate?



Tiziana Iaccarino

Author & Blogger

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