“La lettera di Natale” è la più recente opera pubblicata in Italia della scrittrice britannica Karen Swan. Scrittrice che amo molto per la maestria con la quale riesce a costruire storie appassionanti e molto credibili, veritiere, di grande impatto emotivo e molto coinvolgenti.
Questa storia, in particolare, mi ha del tutto rapito, capitolo dopo capitolo, in quanto mi ha permesso di entrare nel mondo di una protagonista combattuta e destabilizzata da eventi che le sconvolgeranno la vita e le faranno credere di abitarla appieno, di respirarla appieno, di esserne protagonista felice, senza minimamente immaginare che non sia così.
Natasha diventa la sua stessa vittima nei giorni del suo addio al nubilato, proprio una settimana prima di sposarsi. Lei che crede di fare il passo giusto. Lei che pensa di aver trovato l'uomo della sua vita. Lei che è spinta dalle sue amiche a fare la cosa giusta.
Eppure... un incontro cambierà tutto nel suo magico mondo. Nel suo universo personale, destabilizzandola in modo perenne.
Tom, si chiama il suo imprevisto.
Un incontro fortuito, una situazione difficile, un evento che cambierà le loro anime immettendole sulla stessa strada.
È il colpo di fulmine in grado di dar loro la possibilità di essere felici, eppure...
TUTTO IN UN ATTIMO.
Succede tutto nel lasso di pochi giorni.
Natasha sta per sposare Rob, l'uomo che crede perfetto per lei, colui con il quale vuole costruire la famiglia che non ha mai avuto.
Una famiglia all'apparenza perfetta. Una famiglia che vedrà la nascita di una bambina, Mabel, la quale con la sua mucca pupazzetto, Moolah, diventa forse il motore portante di tutta la vicenda, in quanto grazie a lei Natasha ritrova quello che ha considerato essere l'amore della sua vita. Amore che non ha mai avuto il coraggio di affrontare, di vivere, di godere per se stessa, convinta com'era di aver già trovato in Rob il suo porto sicuro.
A volte si pensa, una volta convinti di qualcosa, di essere dalla parte della ragione, di essere nel giusto, di esser riusciti a ottenere ciò che si desiderava e soprattutto di aver raggiunto tutti i propri obiettivi, senza pensare minimamente che quegli obiettivi sono molto più lontani di quel che si possa credere.
Natasha lo sa.
È consapevole di vivere una vita che non è sua. Di avere ciò che, in fondo, il suo cuore rifiuta. Lei sa di raccontarsi tante piccole bugie e non può fare a meno, a un certo punto, di quelle bugie, perché sono rassicuranti, perché l'aiutano ad andare avanti. Almeno fino a quando non viene messa a dura prova. Almeno, fino a quando la realtà dei fatti le sbatte in faccia la verità.
Rob... chi è veramente Rob?
E Tom, dov'è finito?
UN GIOCATTOLO. UN MONDO. UNA SCUSA PER COMUNICARE.
La piccola Moolah, la mucca giocattolo persa in un appartamento di Vienna dalla piccola Mabel, durante una breve sosta dovuta a un lungo viaggio, diventa il filo conduttore di un rapporto mai spezzato, in quanto Tom entrerà in possesso dello stesso quasi per un gioco del destino, portandolo con sé nella spedizione che ha in programma di fare sull'Himalaya. Ce la farà? Ma soprattutto Natasha sa chi è l'uomo che ha preso con sé quel giocattolo e con il quale, a un certo punto, riesce ad avere anche un contatto e-mail, in modo da tranquillizzare sua figlia? Sa cosa la aspetta, nell'attimo in cui scoprirà chi davvero è quell'uomo?
Tutti abbiamo scheletri nell'armadio e nessuno sa quando questi possano uscire allo scoperto, rivelando i nostri più intimi segreti.
L'ATTESA DEL LETTORE.
Questa storia lascia in perenne attesa il lettore, invogliandolo a seguire il filo del discorso e a non perderne di vista neanche una traccia per abbeverarsi di tutte le vicende raccontate.
Un appassionante romanzo d'amore, e non solo d'amore, che vi catturerà con la sua cruda tensione ma anche con l'umana dolcezza dei suoi personaggi.
LA FINE CHE NON È TALE.
La scrittrice tiene in tensione il lettore fino alla fine, facendogli credere ciò che neanche immagina, portandolo a credere che la fine sia vera, e sia amara... eppure...
Non aggiungo altro perché dovete gustarvi questa storia una pagina dietro l'altra!
IL TITOLO ORIGINALE.
Piccola annotazione che mi sento di fare: il titolo originale del romanzo, “Le cartoline di Natale” (“The Christmas Postcards”), a mio avviso, era meglio, perché raccontava a suo modo la storia, e poteva essere benissimo adattato a una equa traduzione in Italiano.
LA MIA VALUTAZIONE.
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