Era tanto che non leggevo un romanzo “forbidden”, quelli proibiti per intenderci, che trattano argomenti scandalosi, e a volte persino vietati, spesso poco accessibili ai gusti e alla sensibilità delle persone.
C'è da dire che “The forbidden rose” mi ha sorpreso in senso positivo, perché è una storia diversa da quelle appartenenti al genere erotico.
In quest'opera si delinea in modo chiaro una trama ben costruita, architettata con minuzia dei particolari, dove ogni pezzo di un grande puzzle, capitolo dopo capitolo, si mette al suo posto rivelando l'immagine che ha voluto creare l'autrice.
A partire dalla location, piuttosto inusuale, gli Emirati Arabi, la storia viene presentata in prima persona sottoforma di due POV principali, quelli dei protagonisti: Sean e Malika.
Chi è Malika? E chi è Sean?
Malika è una donna che custodisce un terribile antefatto, un dolore preponderante che le ha lasciato dei segni indelebili, in quello che è il suo percorso, la sua rinascita, in un certo senso. Lei nasconde la propria bellezza con il velo, malgrado non sia musulmana, ma anche di più: un animo nobile e sofferente che chiede speranza e fa di tutto per ottenerla. Moglie di un uomo che ha fatto fortuna con affari poco leciti in un Paese in cui bisogna nascondere a tutti i costi i vizi di una società ipocrita, Malika non sa che l'incontro con Sean le cambierà la vita. In qualche modo, infatti, la risveglierà da un lungo torpore, da un'infelicità assoluta, da un passato nefasto.
Sean è stato ingaggiato dal marito di lei, per fargli da guardaspalla, nel night club in cui ci troviamo in un ambiente nascosto ai più, dove la lussuria viene considerata un gioco e uno sfizio per chi ha tasche molto larghe. Gli uomini d'affari che frequentano il locale, dopotutto, hanno un grande potere e possono agire indisturbati, spesso abusando delle donne che, per lavoro, li intrattengono.
Cosa accade, però, se i due protagonisti, per uno scherzo del destino si incontrano, senza conoscere nulla l'uno dell'altra? Cosa accade se Sean nota una frustrata, ma appassionata donna troppo sola che si lascia sorprendere in un gioco erotico alquanto spinto? Succede che gli altarini vengono scoperti e gli scheletri nell'armadio di ogni personaggio viene tirato fuori, poco alla volta, dal lettore per scoprire che niente è come sembra.
La passione è il protagonista principale, ancor prima di Malika e Sean, dell'intero lavoro, così come l'amore inteso in senso viscerale, totale e totalizzante.
Ciò che più mi ha colpito, però, è il rispetto con il quale l'autrice, Brianna Cove, ha trattato argomenti delicati come il tenore di vita delle donne musulmane, con i loro veti, le loro limitazioni, e le loro esistenze troppo ritirate per essere davvero libere come in occidente.
Malika, però, a differenza di quelle donne, emerge con tutta la voglia di libertà che le suggerisce l'istinto. È una protagonista di cui si scoprono crisi personali molto profonde, derivanti da un passato difficile, a causa delle quali il suo corpo e la sua anima risultano devastati. Malgrado ciò, la speranza di essere di nuovo serena e felice, non la abbandona mai, e lotta per ricominciare da zero.
Come riuscirà, la donna, a ripercorrere il cammino che può restituirle una vita diversa da quella che conduce accanto all'uomo che ha sposato, ma che non ama più?
Non aggiungo altro per non togliervi il gusto di leggere quest'opera, perché merita davvero la vostra attenzione. L'aspetto erotico, tipico del genere, infatti è ben amalgamato ad argomenti seri e socialmente molto interessanti all'interno di una storia d'amore davvero coinvolgente.
Complimenti all'autrice!
UNA STORIA DA GUSTARE CON...
delle praline al cioccolato al latte.
LA MIA VALUTAZIONE
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