Mi è capitato di notare che i protagonisti dei romanzi, soprattutto di genere rosa, (ma sono io la prima a scriverne, quindi a fare una sorta di “mea culpa”, anche se in verità, ciò non accade proprio in tutti i miei lavori), sono perfetti. Troppo.
Questo sta a significare che non corrispondono alla realtà, che non possono essere credibili o rispecchiare persone reali, per cui far sognare per questo motivo.
Si tende a raccontare e a descrivere personaggi che sia fisicamente che mentalmente non hanno alcun tipo di problema, quindi hanno una salute perfetta, e nessun handicap, nessuna imperfezione, nessun difetto importante.
Parlo di difetti fisici, ovviamente, non di altro genere, tipo: cocciutaggine, gelosia, o quant'altro. Quei difetti, nei romanzi rosa abbondano.
No, io mi riferisco a elementi che facciano pensare a persone comuni, persone normali, persone vicine a noi, persone che come noi hanno dei problemi, che sono raccontate nella loro interezza e nella loro imperfezione.
Mi sono fermata a riflettere su questa cosa perché, dopo aver letto alcune storie in cui almeno uno dei due protagonisti aveva dei problemi fisici importanti, ed essendomi innamorata letteralmente della sua storia d'amore, ho capito che non conta l'esteriorità, ma l'interiorità anche e soprattutto in questo genere letterario.
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Non ha importanza se un protagonista è perfetto dal punto di vista fisico. In realtà, conta che abbia un animo nobile, che agisca in un determinato modo, che ci insegni qualcosa, che sia di esempio per qualcosa. Insomma che ci trasmetta un messaggio preciso, che ci rincuori, che ci consoli, che ci accompagni come esseri umani.
Mi piacerebbe si raccontassero romanzi in cui i protagonisti sono “esseri umani” e non manichini perfetti, alti e belli come modelli che ci sollevano troppo da terra, ma non ci permettono di riconoscere la realtà e, per questo motivo, finiscono col risultare poco credibili.
Vorrei che le scrittrici di romanzi rosa raccontassero storie più attinenti alla realtà, mettendo in gioco il loro coraggio in questo tipo di scelta, e soprattutto il loro talento nel fare emozionare lo stesso i lettori con le loro storie.
Che i protagonisti, insomma, siano più... “comuni mortali”, perché la perfezione non esiste e non può esistere per nessuno di noi. Anche quando si scrive!
Tiziana.
Sono d'accordo con te. In due miei romanzi (in realtà un romanzo e una novella natalizia) uno dei due personaggi non è perfetto. Forse proprio perché molto normali, soprattutto i protagonisti della novella sono stati amati dal pubblico. Tuttavia, la perfezione è quella che fa sognare la maggior parte dei lettori, e questo, secondo me, conduce un alto numero di autori, soprattutto nei romance, a descriverli in un certo modo.
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